La perla di K. Gibran

Disse un’ostrica ad un’altra ostrica sua vicina:
"Ho dentro di me un grande dolore.
È qualcosa di pesante e tondo,
ed io sono allo stremo!".
Replicò l’altra con altezzoso compiacimento:
"Sia lode ai cieli ed al mare,
io non ho nessun dolore in me.
Sto bene e sono sana dentro e fuori!".
In quel momento passava un granchio
e udì le due ostriche,
e disse a quella che stava bene
ed era sana dentro e fuori:
"Sì, tu stai bene e sei sana,
ma il dolore che la tua vicina porta in sé
è una perla di straordinaria bellezza!"…

Kahlil GIBRAN
tratto da "Il vagabondo"

Un’ostrica che non è stata ferita non produce perle.
Perle sono prodotti del dolore, risultati dell’entrata di una
sostanza estranea o indesiderabile nell’interno dell’ostrica,
come un parassita o un granello di sabbia.
Nella parte interna della conchiglia esiste una sostanza
luccicante chiamata nácar.
Quando il granello di sabbia penetra, le cellule di nácar
cominciano a lavorare e coprire lentamente il granello
con sottilissimi strati d’iridescente madreperla, per
proteggere il corpo indifeso dell’ostrica. Come risultato,
una bella perla si formerà lì nel suo interno.
Ne consegue che un’ostrica che non è stata ferita,
mai produrrà perle,
perché la perla è una ferita cicatrizzata.

peace,
vassilij zaitself

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