“Io credo che tu pensi ciò che dici
Ma noi spesso spezziamo quello che decidiamo.
Della memoria il proposito è schiavo,
Nel nascere vigoroso, nella sostanza povero;
Come frutto acerbo sull’albero sta fermo
Ma cade non scosso appena è maturo. E’ necessario
Che noi dimentichiamo di pagare a noi stessi
Quel che a noi stessi dobbiamo. Quel che nella passione
A noi stessi proponiamo, finita la passione lo perdiamo;
La violenza del dolore e della gioia distrugge entrambi
Con la loro attuazione. Più la gioia si sfrena, più
Si lamenta il dolore. Il dolore gioisce, la gioia
Al minimo incidente si addolora. Questo mondo
Non è per sempre. E non è strano
Che anche i nostri amori con le nostre fortune
Debbano mutare. E’ ancora da provare, infatti,
Se sia l’amore la fortuna a guidare, o la fortuna l’amore.
Se il grand’uomo cade fugge il favorito.
Il povero arricchito si fa amici i nemici. E fin qui
Segue amore la fortuna, perché chi non ha bisogno
Mai mancherà di amici, e chi nel bisogno
Mette alla prova un amico vuoto, subito
Lo trasforma in nemico. Ma per finire in ordine
Là dove ho cominciato, volontà e destino
Sono tanto contrari che i nostri progetti
Sono sempre rovesciati. Nostri sono i pensieri
Ma non i risultati. Così tu pensi che non avrai
Un secondo marito, ma morto il primo
Muoiono i tuoi pensieri.”

William Shakespeare, Amleto, Atto III scena 2.

Spit for the hated. the reviled. the unrefined.
the no ones. the nobodies. the last in line.
(…)
If you have tears prepare to shed them now.
For you share the guilt of blood split in accordance with the Don Jones.
Dow drops fresh cop skull and bones.
A machete in the heady: Hutu. Tutsi. Leone.
An Afghani in a shanty.
Doodle dandy yank on!
An Iraqi in Gap khaki.
Coca Coma come on!
(…)

Saul Williams, Zack de la Rocha, Act III scene 2

(Shakespeare)